La storia dei Tarocchi

I tarocchi vengono definiti un libro esoterico a fogli staccati che ci è pervenuto attraverso i secoli.  La loro origine si perde nella notte dei tempi. Alcuni  studiosi sostengono che essi provengano dalla Cina  citando un’ enciclopedia cinese  del XIII secolo a.c. Altri, fanno risalire la loro creazione ai tempi degli antichi Egizi .Nel 1120 di fatto,queste pratiche erano così diffuse che un editto imperiale ne regolamentò l’uso. Durante il medioevo in molti paesi europei vietarono i giochi con le carte. Di fatto queste proibizioni, riguardavano soprattutto il popolo. Nel 1392,infatti, vennero commissionati  tre mazzi di carte a Gringonneur  per conto di  Carlo VI re di Navarra. Nel 1400 in Germania, venne riconosciuta la professione  di pittore di carte e, con il successivo arrivo della stampa le carte conobbero la loro grande diffusione. Verso la fine del XIV secolo arrivarono gli zingari in Europa  e precisamente in Boemia. Da lì si spostarono in Svizzera, in Italia e Spagna . Siamo ormai certi  che non furono gli zingari ad inventare i tarocchi  ma si è propensi a pensare che furono loro i primi  a usarli come mezzo divinatorio.  Nel 1432  in onore del matrimonio di Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti  nacque un bellissimo mazzo di carte chiamato appunto Visconti- Sforza attribuito al pittore Bonifacio Bembo.  Nel 1582 a Parigi venne  ufficialmente citata la professione di “Maestro Cartaio” e, contestualmente, applicato  il primo Bollo d’Imposta sulle carte. Nel 1670 circa, nascono le Minchiate Fiorentine, un mazzo di 97 carte composto da 19 Arcani Maggiori e 78 carte suddivise in segni zodiacali, elementi, virtù teologali e virtù cardinali. Sempre  in questo periodo,  compaiono i primi mazzi dei Tarocchi con le caratteristiche di quelli più vicini a noi:  i Tarocchi di Grimaud, di Bourdel e il mazzo di Tarocchi per eccellenza, I Marsigliesi. “Les imagiers du Moyen Age”  come li definisce Wirth sono i veri creatori dei tarocchi.  Numerosi artisti, esoteristi e studiosi, comunque  hanno rielaborato nel tempo i simboli e gli archetipi contenuti nei Tarocchi.

PRINCIPALI CORRENTI DI PENSIERO 

CURT DE GEBELIN (1725), era uno studioso della scrittura egiziana. Nella sua opera di ben 9 volumi intitolata "Le Mond Primitif", sostiene esageratamente che gli zingari provenivano dall’Egitto e che a loro si deve l’origine dei TAROCCHI. La parola "TAROT", in egiziano significherebbe "La strada reale della Vita". In realtà il grande merito di DE GEBELIN fu quello di rendersi conto per la prima volta della ricchezza di simbolismi dei TAROCCHI, che egli scoprì per caso nella Carmague dove i butteri usavano delle lamine per rudimentali sistemi di divinazione. Sulle tracce di DE GEBELIN, ci fu poi tutta una lunga serie di abbindolatori, fra cui spicca la figura di ALIETTE, parrucchiere dell’aristocrazia francese, che in seguito si trasformò nel Pope della Cartomanzia. Il suo mazzo di TAROCCHI, comunque, è da ritenersi spurio, in quanto appartenente ad una bassa lettura occultistica. Madame Le Normand, nota cartomante dell’epoca usò quel mazzo a favore di molti suoi clienti, nobili che in seguito finirono giustiziati alla ghigliottina durante la rivoluzione francese.
Altro personaggio di rilievo ELIPHAS LEVI ZAHED ( è in realtà lo pseudonimo dell’abate cattolico ALPHONSE LOUIS COSTANT 1816-1875): asserisce che i tarocchi provengono dall’incontro delle culture ebraico-cabalistiche in quanto 22 sono le lettere dell’alfabeto ebraico e 22 sono gli arcani maggiori.E per concludere  OSWAL WIRTH, discepolo e continuatore del pensiero di STANISLAO DE GUAITA,  scrisse e disegnò i TAROCCHI, descrivendoli con ricchezza di simbolismi nella sua fantastica opera "LE TAROT DES IMAGIERS DU MOYEN AGE"

Noi, siamo propensi a credere che l’iconografia dei TAROCCHI si ispiri per lo più al pensiero medioevale e quindi alla Simbologia Cristiana.





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